mercoledì 18 luglio 2012

Gelato di amaretti, uvetta e cannella

200 gr di panna fresca
300 gr di latte
80 gr di zucchero
3 cucchiai di Marsala
150 gr di amaretti tritati
una manciata di uvetta ammollata
1 cucchiaino di cannella
1 pizzico di sale

Tutto nella gelatiera, eccetto l'uvetta,  dopo aver fatto sciogliere lo zucchero nel latte un po' tiepido.
L'uvetta si aggiunge a mano mescolando col cucchiaio a fine mantecatura.

lunedì 16 luglio 2012

Gnocchi fatti in casa al sugo di pesce spada e melanzane

Tocca alla Lore.

- Siamo due streghe malefiche (perché una non fa in tempo a pensare una cosa che l'altra, a 2000 chilometri, ha appena pensato esattamente la stessa cosa. Ci facciamo paura per questo).

- Siamo complici in affari sporchi (dice Melloni che io non ho amici comuni, bensí che capitaneggio la mafia del Brenta. Ha ragione. Melloni ha sempre ragione).

- Mettiamo sempre il naso negli affari degli altri (non siamo quel tipo di persone che dicono mi spiace che tu abbia 'sto problema, domani ci vediamo per un caffè e ne parliamo. E poi spariscono nel nulla. Noi il caffè te lo portiamo a casa con tanto di torta fatta con le nostre sante manine).

- Abbiamo la bocca sporca (se dobbiamo dire che qualcuno si fa delle grandi pippe, metaforiche e non, lo diciamo. Che problema c'è. Ehhhh ma quante pippe!)

- Siamo acide. Abbiamo sempre quel fondo di ironia acerba che non va via nemmeno nei momenti più dolci (e grazie a quello sopravviviamo. I generali romani vittoriosi avevano sempre al seguito, oltre ai leccaculo di turno, anche chi ricordava loro che siamo tutti uguali, almeno quando ci sediamo sulla tazza del cesso. Mio nonno Resio a 'sto punto direbbe basta cosí che me vien fame).

- Con lei è sapere senza ombra di dubbio che tutto l'amore che stai dando, tutto ciò che di te stai donando, è al 100% ricambiato (ciò è molto difficile da sentire con un uomo. A meno che l'uomo in questione non sia gay - svenimenti a catena nel settore conservatore dell'audience e in quello salmantino per questa mia affermazione. Beh, aggiungiamo che l'uomo in questione o è gay o è M. Decimo Meridio. M. Masssssimo?! Eddai alla nostra età credere ai miracoli, anche se lei è cattolica!).

- Noi due e Miguel, sempre. Miguel so sempre mi. Per te, Lore.


PS: Nella foto le tre streghe di Eastwick al completo, la Lore morena mía, la zia Nadia la bionda, io la rossa. A Trento, un 11-S indimenticabile e da dimenticare al tempo stesso. L'altra foto, di questa primavera, a Lucca col suo André. Lei ha fatto 700 km per parlare un'ora con me seduta su una panchina davanti a San Frediano.

Ricetta, gnocchi, perfetti.
Per 4

500 gr patate
sale
1 uovo
150 gr farina

Per il sugo:
2 fette di spada tagliato a cubetti
mezza cipollina al velo
olio evo
vino bianco secco
sale e pepe
1 peperoncino piccolo tagliato a striscioline con la forbice
un po' di origano
basilico fresco
olive verdi a rondelle
3 pomodori pelati , tagliati a cubetti
1 melanzana, senza pelle, tagliata a fette spesse 1 cm, oliata e grigliata con l'origano
1 spicchio d'aglio

Il giorno prima preparo la melanzana e poi la metto a insaporire 24 ore in un fondo d'olio aromatizzato con l'aglio tagliato a fettine sottili. Ogni tanto rigiro la melanzana nell'olio. Al momento di aggiungerla al sugo la taglio a striscioline e tolgo l'aglio.

Faccio dorare un po' la cipolla in 7-8 cucchiai d'olio e altrettanti di vino. Aggiungo pesce, pomodoro, olive, sale e pepe, basilico, copro col coperchio e cuocio a fiamma allegra per una quindicina di minuti.

Prima di mescolare agli gnocchi, aggiungo le melanzane.

domenica 8 luglio 2012

I sofficini Findus fatti in casa (un grande classico contemporaneo)

Da lontano tutto si idealizza.
Un giorno, lontano da qui, magari idealizzerò la passata di pomodoro fritta, l'affettato tagliato con la mannaia, circolare per le rotonde con la sensazione di giocare alla roulette russa. Magari idealizzerò perfino Shakira e Allison, le cagne isteriche della vicina brasiliana (con quei nomi è normale che siano carne da psicanalisi), il vicino belga che passeggia alle tre di notte con in braccio una borsa dell'Ikea (che preferisco non sapere cosa contiene ma mi son fatta delle brutte idee). Siamo un quartiere internazionale, contando anche la Tommy.
Per il momento però tocca ancora idealizzare il brodo di dado col formaggino Mio sciolto, i risi col Pomito, il Ciobar di cioccolato bianco e i sofficini Findus di cui ho vissuto per anni, friggendoli perfino di nascosto. Ci ho vissuto fino al giorno in cui dentro ci ho trovato un chiodo. Era nel secolo scorso e non esistevano ancora i servizi di attenzione al cliente, avrei potuto vincere una causa miliardaria invece ho chiuso il rapporto col sofficino. Questo fino a qualche settimana fa, che me ne è venuta all'improvviso una voglia sfrenata (l'idea platonica di Italia gioca brutti scherzi), da piangerci su. E allora ho preso e ho fatto e ho fritto, ed ho pensato a Giancarlo, a tutti quei trigliceridi orrendi che ci piacciono da morire, la maionese, il burro (tanto burro!), il gelato di Ringo, il vitello tonnato dell'Aliper, le frittelle calde e unte per la prima colazione e star da cani una giornata (mangiarne tre a testa, che porsèi), il cotechino con le lenticchie all'una di notte subito dopo il pandoro, fare una torta di cioccolato insieme e morire nell'intento, una scatola di sfogliatine in due con un caffè.
E poi ho pensato che lui invece non mi è mai mancato, che c'è sempre stato.
Dai tempi del suo k-way Cuki Alluminio e del mio vestito da tigre tipo Amanda Lear grazie al quale il prof  Dabalà mi mise automaticamente fuori dalla porta e 9 in condotta tutto l'anno. I momenti gloriosi, suoi e miei, quelli complicati o dolorosi (che spesso poi son la stessa cosa), la politica (stai zitta in pubblico, fammi una carità), le mie perpetue valigie (parti di nuovo, invereconda), il suo rimanere (saldo, sul territorio. L'orgoglio che sento per lui, per quello che fa), i momenti solidali, familiari, il dirsi tutto senza necessità di dirsi una parola. Quel comportati bene che in realtà significa metti tutto a soqquadro che mi piace cosí.
E cosí da trent'anni.
Te vojo ben assè, vecio (e qui so che gli saranno caduti perlomeno tre capelli).

La ricetta della pasta di 'sti sofficini l'ho fregata a qualcuno ma non ricordo a chi, di sicuro qualcuno che mi piace e con cui mi scuso in partenza per non poter citare la fonte.
Ne vengono 12, cerchi di pasta da circa 10 cm di diametro.
Dentro ci ho messo besciamella e passata fatte in casa, cotto Ferrarini del Corte Inglés (1 sola fetta, tre etti. Il concetto spagnolo di "tagliato sottile").

Per la pasta:
200 ml di latte
100 gr di farina
30 gr di burro
sale

Bollire latte, burro, sale. Quando il tutto starà per bollire, versare la farina in un colpo solo. Mescolare bene e cuocere fino a che la pasta non si staccherà dalle pareti della pentola. Lasciar raffreddare un minimo, fare una palla, avvolgerla nel cellophane e lasciarla riposare 15 minuti. Poi stenderla su un piano di lavoro leggermente infarinato e ritagliare i dischetti dei sofficini.

mercoledì 4 luglio 2012

Spaghetti con le sarde decisamente Bedana

Pomodori freschi maturi
Scalogno
olio evo
vino bianco secco
sarde pulite
poco sale
pepe bianco
origano
zucchero di canna

Fare appassire lo scalogno in acqua e quando sarà quasi evaporata aggiungere olio ed i pomodori tagliati a pezzettoni. Spolverare di sale e pepe e zucchero di canna, aggiungere le sarde pulite, a tocchetti. Vino bianco secco, far evaporare, proseguire la cottura a fuoco medio, col coperchio. Scoperchiare, aggiungere origano (poco) e una spolverata di grana. Spadellare gli spaghetti.

lunedì 2 luglio 2012

Due bocconi di pane per uno

Per 8 panini:
200 gr di farina 0
8 gr di lievito fresco
1 cucchiaino di zucchero e 1 di sale
3 cucchiai di olio evo
130 gr di acqua tiepida

Lievito sciolto in acqua e zucchero, impastare aggiungendo l'olio per ultimo.
Lievitazione una notte a temperatura ambiente, il mattino dopo formare i panini, lasciarli lievitare fino quasi al raddoppio del volume e cuocere a 240º per 8 minuti con vapore nel forno, poi abbassare a 200º e finire di cuocere.