sabato 27 aprile 2013

Le rose di Asolo


Da poche ore sono nuovamente cittadina italiana a tutti gli effetti.
Col solito tempismo, alla sintesi di vent'anni di vita personale si affianca quella della storia recente (ma non troppo) della sinistra. Abbiamo combattuto sul fronte sbagliato ed è arrivata la resa dei conti.
Non sarà tutto rose e fiori, ma se son rose fioriranno.
Quelle di Asolo si schiudono in olio bollente, sono di pasta da galani stesa solo un po' meno sottile. Nel cuore, Nutella, mostarda, crema pasticciera con l'uvetta ed il rum.
Osservo dai colli asolani la marca trevigiana, mi sento un po' Duse ma senza il Vate (dl suo giogo non c'è bisogno): è il momento buono per iscriversi a un partito, scrivere un libro, fare un bambino. Qualcuna di queste cose già la sto facendo.

venerdì 5 aprile 2013

La torta sforzesca con la marmellata di prugne e zenzero


Ho un Paese intero da scoprire e riscoprire.
Con l'occhio da straniera ma non troppo.
Cioè posso ancora permettermi, credo, perché son qui da poco, di far finta di non capire quel che non mi piace. Di ritrovarmi ad Urbino con pezzetti di Salamanca . Di perlustrare il Montefeltro con la solita voglia di perdermi, svicolare, deviare, sbagliare strada, senza rendere conto a nessuno. Tra Emilia, Marche, Umbria, Toscana. Di scoprire alcune delle cose buone di Moreno Cedroni. Di tornare, poi - perché in fondo tornare bisogna sempre- con un'inedita voglia di impastare.

La torta sforzesca, adattata da un librino chiamato "La brava cuoca" (che non sono più io da mò), l'ho fatta cosí:


500 grammi di farina Petra 9 del Molino Quaglia (roba di casa mia )
150 grammi di uvetta ammollata in acqua calda e rum
125 grammi di burro fuso
125 grammi di zucchero
1 cucchiaino di sale
70 grammi di frutta candita a pezzetti
i semi di una bacca di vaniglia
125 grammi circa di latte tiepido
una decina di noci tritate
1 uovo a temperatura ambiente
la buccia grattugiata di un limone bio
un cubetto di lievito

ho fatto una biga con parte della farina, il lievito, un po' di latte, un cucchiaino di zucchero, la vaniglia
lasciato lievitare fino al raddoppio del volume
aggiunto il resto di farina, sale, zucchero, burro fuso e uovo e impastato bene

steso l'impasto e sparsi sopra i canditi, l'uvetta, le noci
impastato di nuovo bene per distribuire gli ingredienti della farcia

fatto lievitare e raddoppiare
sgonfiato
raddoppiato di nuovo in uno stampo rotondo di carta, dai bordi alti

siccome ero in vena, ho decorato con mandorle, fiocchi di burro, zucchero in granella

cotto a 200º i primi 10 minuti, poi ultimata la cottura a 170º

mangiato con la marmellata di prugne e zenzero di Cedroni
cosa da duchi