martedì 2 luglio 2013

I taralli con giulebbe

Una frazione di secondo prima che l'impastatrice si arrugginisca come le ginocchia sulla bicicletta, ogni mattina all'alba. Le estati sono uguali, qui o lì la luce ti squarcia sul letto quando ancora non hai fatto in tempo a chiudere gli occhi nel buio. E così l'alba è propizia per pedalare in solitudine tra il mais, lungo l'argine del canale, schiacciata tra due cementifici. Io che pensavo che fuori dalla Castiglia non ci fossero strade né cieli da pedalare. Dal volume "Puglia" de "La cucina regionale italiana" de "La Repubblica" Per una ventina di taralli 300 gr di semola di grano duro 100 gr di zucchero 3 uova grosse (o 4, se un po' più piccoline) un pizzico di sale 4 cucchiai di liquore all'anice olio per ungere la teglia 200 gr di zucchero a velo per la glassa Mescolare semola, zucchero, sale. Impastarli con le uova ed il liquore fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo, da far riposare 30 minuti, prima di dividere la pasta in cilindri e formare i taralli. Nel frattempo preparare acqua bollente in cui tuffare i taralli e ripescarli appena riemergono in superficie. Metterli poi su una teglia foderata di carta forno e unta d'olio e infornarli a 180º fino a leggere doratura. Spegnere il forno e preparare la glassa mescolando lo zucchero in 300 ml d'acqua, da far bollire fino ad ottenere uno sciroppo bianco con cui ricoprire i taralli. Metterli quindi nel forno spento ma ancora caldo fino a che la glassa non si sarà asciugata.